The First Friendships through the Messages

di Vincenzo Riccio
Finally we are having the first results of this erasmus project. All of us at the Urban High School are working together with Professor Morra and the other teachers so that everything succeeds in the best way. We guys having the list of young people who will be welcomed we started to get in touch and we are making friends even if we do not know each other in fact a partner of the Urban High School After a few weeks of chatting with his partner wanted to dedicate a letter. This makes us understand the emotions that make us feel this project, the lessons it gives us and in particular the total lack of diversity between us boys.
Enclosed is the letter of our partner Giada:
Mia dolce Ebru,
pronunciare il tuo nome mi risulta insolito e scrivere a qualcuno non mi è mai apparso così complicato; sarà che i miei occhi non hanno mai incrociato i tuoi e le mie mani non hanno mai riscontrato la morbidezza delle tue, sarà che le nostre anime non si sono sfiorate e le nostre spalle mai scontrate, sarà che la vita ci ha volute così lontane, sarà che il destino mi ha impedito di poterti vivere quotidianamente esattamente come avrei voluto.. ma come mi hai insegnato, non tutto ciò che ci circonda può rispecchiare i nostri desideri.
Il tuo cuore sta battendo, in questo momento, e se avvicino le dita al petto, riesco a sentire il mio nella stessa maniera. I tuoi polmoni si stanno gonfiando d’aria e a tanti chilometri di distanza le mie narici ne stanno emettendo. Se chiudo gli occhi percepisco i tuoi pensieri vibrare nella mia testa e le tue paure scorrere nelle mie arterie, come se i tuoi sentimenti fossero i miei e la tua persona trovasse l’incastro perfetto con la mia. È come se ti conoscessi da una vita intera, forse, in un’altra vita, ti ho già incontrata. Mi avrai sicuramente raccontato che ti piace l’autunno e camminare sotto la pioggia; io avrò accennato un sorriso affermando di odiare i temporali e di amare l’estate.
Mi avrai mostrato i tuoi punti deboli e svelato ciò che, invece, ti fa sentire libera. Mi avrai spiegato che la tua cultura è ricca di particolari e mi avrai invitata in Turchia rassicurandomi di non essere obbligata ad indossare alcun velo che celi il mio volto. Ti avrò risposto che l’idea di coprirmi il viso non mi avrebbe spaventata e, al contrario, fingere di appartenere alla stessa etnia avrebbe appagato il nostro desiderio di essere uguali.
Dev’essere andata in questo modo, perché se così non fosse, non riuscirei a spiegare al mondo intero la potenza della connesione che si è instaurata dal primo momento tra di noi.
Tu sei diversa da me.
La tua lingua lo è, la tua religione e il colore della tua pelle.
Eppure, nonostante le differenze che sembrano voler alzare muri tra noi, giorno dopo giorno siamo capaci di rompere la materia di cui sono costituiti creando una realtà tutta nostra lontana dalle maldicenze. Con te sento di poter sfiorare i tetti del mondo e vincere su tutti i pregiudizi. Non è già questa una forma d’amore?
Vorrei poter lasciare un segno dentro te così da essere al tuo fianco in ogni istante della tua vita. E, se speri anche tu lo stesso, lasciati dire che sei già marchiata nella mia anima.
Se con le parole possiamo mentire, affidati ai miei occhi e porgi l’attenzione alla lucidità di cui si vestiranno quando ti vedrò per la prima volta: sarà come sentirmi, finalmente, a casa.
Renderemo le nostre differenze un’unica somiglianza. Grazie di avermi stravolto la vita.
Prematuramente tua, Giady.